Nell’antico Egitto i gatti venivano riconosciuti come esseri sacri. Questa storia che leggerai è una breve spiegazione della storia dei gatti e della nutrizione felina.
C’era molta ricchezza in Egitto per motivi dalle tecniche agricole della regione. Con l’abbondanza e le scorte di cibo venivano attratti animali del deserto.
Il gatto nell’antico egitto
C’erano molti roditori in Egitto e distrussero i sacchi di generi alimentari e portarono malattie in città.
Quindi poi un’animale, elegante, dall’aspetto misterioso emerse dal deserto e iniziò a cacciare i topi locali. Questo animale era un gatto che viveva nel deserto e si nutriva di piccoli roditori, nel deserto non trovavano acqua e trattenevano l’acqua attraverso la loro preda.
La piccola preda offriva tutti i nutrienti necessari ai gatti: carne (proteine e acqua), ossa (calcio), sangue e frattaglie (acqua e minerali), pelle (vitamine), pelliccia (fibra), grasso (acidi grassi essenziali) e una piccola porzione di carboidrati dallo stomaco. Alla fine il menu variava con cavallette e altri insetti, rane, piccoli uccelli e la prelibatezza preferita dei gatti erano le lepri che erano più difficili da cacciare.
Il gatto si lasciava addomesticare visto che gli egizi li adoravano per le loro azioni. L’amore era così tanto che il Faraone cominciò persino a usare gli occhi dipinti come un gatto e quando vide la prima cucciolata, eresse una statua per onorare ciò che simboleggiava la fertilità, la protezione della casa e l’amore materno. Tutti volevano avere un gatto a casa e per chi maltrattasse un gatto era passibile di pena di morte.
I benefici dei gatti per il popolo egizi sono stati enormi e quando altri popoli hanno visto l’importanza di quello felino ne hanno rubato alcuni esemplari, diffondendo i gatti in tutto il mondo.
Ti è piaciuto conoscere l’importanza storica dei gatti? Poi parlo del secolo buio, dove noi gattari e soprattutto noi donne andremmo al fuoco.