Ogni tanto rivedo vecchie foto, con la scusa di riordinarle ritrovo con piacevole sorpresa foto dimenticate, la foto scattata all’ipoclorito di sodio è una di queste! Era il 2011 quando una mia amica con problemi immunitari mi chiese di cercare un prodotto per debellare una onicomicosi che ormai aveva da più di 10 anni, aveva provato con insuccesso quasi tutti i trattamenti della medicina, fu così che conobbi il Metodo Ruffini.
Metodo Ruffini Chi è Gilberto Ruffini
Gilberto Ruffini è un medico chirurgo di Varese, specializzato in Ematologia clinica e di laboratorio, ha esercitato la professione di Dentista per 32 anni. Libero Ricercatore per la ricerca terapeutica e risoluzione di malattie infettive, specializzato nella cura di diverse patologie con l’Ipoclorito di Sodio. Chi è Ruffini (Bio Completa)
Cos’è il Metodo Ruffini
ll Metodo Ruffini è un trattamento dermatologico ad uso topico per la cura di patologie dermatologiche attraverso l’uso di Ipoclorito di Sodio con percentuali che variano tra il 6% e il 12%.
Applicando l’Ipoclorito di Sodio così come spiegato nel Metodo del Dottor Gilberto Ruffini, si riesce a trattare una infinità di patologie cutanee e di curare oltre cento malattie e disturbi di pelle e mucose spesso insidiosi e resistenti alle cure tradizionali.
Dalle dermatiti alle micosi di pelle e unghie, dalla candida al papilloma virus, dalle ferite alle infiammazioni, dall’herpes labiale al fuoco di Sant’Antonio, dal piede diabetico infetto alle temibili infezioni di Mrsa, dalle punture di vespe alle ustioni di meduse e scottature domestiche.
L’ipoclorito di sodio è altamente tossico per molti vari tipi di virus, batteri, funghi, parassiti.
Usato con una concentrazione tra il 6% e il 12%, è in grado di ELIMINARE il codice genetico del patogeno (funghi, virus, batteri, protozoi).
Si basa sull’ azione terapeutica dell’acido ipocloroso: è un acido debole inorganico ed è lo stesso acido che la natura umana e animale ha scelto come primaria difesa per il proprio organismo.
Come agisce il Metodo Ruffini
L’ipoclorito di sodio agisce contro cinque classi di agenti patogeni:
- virus
- batteri
- funghi
- protozoi
- parassiti
Ambiti in cui si applica sono
- dermatologia
- ginecologia
- chirurgia
- oculistica
- infortunistica cutanea (ferite, punture urticanti di piante o animali, ustioni domestiche)
- igiene personale e di ambienti domestici e di lavoro
- veterinaria
Il vero principio attivo del metodo è l’acido ipocloroso (HOCl), che si viene a formare per reazione quando l’ipoclorito di sodio entra in contatto con la membrana cellulare dell’agente patogeno, stimola la rigenerazione della matrice extracellulare, quindi della pelle, in caso di ustioni o ferite o altri danneggiamenti dell’epidermide.
Il Metodo Ruffini e la Mieloperossidasi
La mieloperossidasi è contenuta in un particolare tipo di globuli bianchi i leucociti polimorfonucleati, principalmente neutrofili e monociti, questo enzima appartiene in particolare alla classe delle ossidoreduttasi, è in grado di detossificare le cellule dalla presenza di specie reattive dell’ossigeno, svolge un’importante funzione antimicrobica, l’enzima viene rilasciato in circolo dai leucociti polimorfonucleati, attivati in risposta a vari processi infiammatori. Tradizionalmente, la MPO agisce come battericida catalizzando la conversione di acqua ossigenata e ione cloruro per formare acido ipocloroso. Proprio questo acido ipocloroso accomuna la difesa naturale del corpo umano e animale con il principio di efficacia terapeutica del Metodo Ruffini.
Dopo anni dalla scoperta del dottor Ruffini, la ricerca oggi promuove l’ipoclorito di sodio…QUALCOSA SI INIZIA A MUOVERE!
Nel 1991 Ruffini ebbe l’idea di curare un’Afta ad una paziente usando Ipoclorito di Sodio e da quel momento ebbe sempre maggiori soddisfazioni professionali.
Nel 1996 ottenne il brevetto italiano e da allora, ulteriori studi da lui condotti hanno portato allo sviluppo sempre maggiore del Metodo Ruffini.
RICERCHE E STUDI
Una ricerca è stata descritta sulla rivista Science ed è molto importante per le potenziali ricadute nella terapia di varie malattie infiammatorie vascolari, l’enzima noto come mieloperossidasi è una proteina che si trova in abbondanza nei globuli bianchi ed agisce producendo localmente ipoclorito di sodio che funziona come agente battericida, ma non è tutto!
In condizioni normali, un segnale chimico, l’ossido nitrico prodotto dalle cellule endoteliali delle pareti dei vasi sanguigni, agisce come vasodilatatore. Da questa scoperta si potranno curare realmente vasculiti, coronaropatie e tante altre patologie i ricercatori finalmente stanno riconoscendo le enormi potenzialità dell’acido ipocloroso grazie esclusivamente al Metodo Ruffini.
Gingival bleeding on probing: relationship to change in periodontal pocket depth and effect of sodium hypochlorite oral rinse (21 July 2014) Rif: Gonzalez, S., et al. “Gingival bleeding on probing: relationship to change in periodontal pocket depth and effect of sodium hypochlorite oral rinse.” Journal of periodontal research 50.3 (2015): 397-402.
L’ipoclorito di sodio per la dermatite atopica
L’ipoclorito di sodio migliora i sintomi clinici dell’AD e ripristina il microbioma superficiale eradicando i batteri, in particolare lo Staphylococcus aureus. Molti studi hanno rilevato che questo effetto antimicrobico ha ridotto la necessità di corticosteroidi topici o di antibiotici topici. Inoltre, sembra avere forti effetti anti-infiammatori e antipruritogenici.
Dilute bleach baths for Staphylococcus aureus colonization in atopic dermatitis to decrease disease severity RIF: Huang, Jennifer T., Alfred Rademaker, and Amy S. Paller. “Dilute bleach baths for Staphylococcus aureus colonization in atopic dermatitis to decrease disease severity.” Archives of dermatology 147.2 (2011): 246-247.
Efficacy and safety of sodium hypochlorite (bleach) baths in patients with moderate to severe atopic dermatitis in Malaysia -RIF: Wong, Su‐ming, Ting Guan Ng, and Roshidah Baba. “Efficacy and safety of sodium hypochlorite (bleach) baths in patients with moderate to severe atopic dermatitis in Malaysia.” The Journal of dermatology 40.11 (2013): 874-880.
Efficacy of bleach baths in reducing severity of atopic dermatitis: a systematic review and meta-analysis RIF: Chopra, Rishi, et al. “Efficacy of bleach baths in reducing severity of atopic dermatitis: a systematic review and meta-analysis.” Annals of Allergy, Asthma & Immunology 119.5 (2017): 435-440.
Guidelines for treatment of atopic eczema (atopic dermatitis) RIF: Ring, Johannes, et al. “Guidelines for treatment of atopic eczema (atopic dermatitis) part I.” Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology 26.8 (2012): 1045-1060.
Schürmann, Nura, et al. “Myeloperoxidase targets oxidative host attacks to Salmonella and prevents collateral tissue damage.” Nature microbiology 2.4 (2017): 16268.
Studi e ricerche stanno confermando tutto quello che il dott. Gilberto Ruffini sta dicendo dal 1991.
L’ipoclorito di sodio distrugge lo Stafilococco aureo
Stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA)
L’acronimo “MRSA” significa “Meticillin-Resistant Staphylococcus aureus” (Stafilococco aureo meticillino-resistente)
Il primo ceppo MRSA è stato isolato per la prima volta nel 1961, nel Regno Unito, solo due anni dopo l’introduzione della meticillina nella pratica clinica. I Cloni di MRSA sparsi per il mondo e l’MRSA associato agli ospedali è il responsabile della maggior parte delle infezioni nosocomiali.
MRSA NELL’UOMO E NEGLI ANIMALI
Le infezioni da stafilococco aureo resistente alla meticillina contratto negli ospedali (d’ora in poi AH-MRSA) si stimano interessare ogni anno circa 150 mila pazienti dell’Unione Europea e quasi 400 mila pazienti negli Stati Uniti con una conseguente spesa da parte del sistema sanitario di 380 milioni di euro in Europa e 14.5 miliardi di dollari negli Stati uniti (Petti and Polimeni, 2011).
L’infezione da HA-MRSA è associata all’esposizione ai cateteri endovenosi, alle procedure chirurgiche come l’ impianto di protesi articolari e al contatto con i dispositivi utilizzati in ospedale. Tra tutti gli infetti la mortalità associata a setticemia da S. aureus è del 20-40%.
Gli MRSA sono considerati un problema emergente in medicina veterinaria (sono stati isolati in cavallo, cane, gatto, uccelli e bovini).
Dai tamponi nasali equini sono stati isolati complessivamente 42 ceppi di stafilococchi meticillino-resistenti, di cui S. xylosus (47,6%), S. sciuri (40,5%), S. lentus (7,1%), S. aureus (2,4%) e S. capitis (2,4%). Tutti gli isolati contenevano il gene mecA come confermato dall’analisi di PCR. Lo studio è un’ulteriore conferma che i cavalli possono fungere da reservoir di MRS e da fonte di infezioni e reinfezioni per l’uomo.
Weese, J. Scott, et al. “Community-associated methicillin-resistant Staphylococcus aureus in horses and humans who work with horses.” Journal of the American Veterinary Medical Association 226.4 (2005): 580-583.
Anche in campo veterinario, l’infezione da MRSA si verifica soprattutto in animali a rischio: massima incidenza si ha in pazienti interessati da complicanze post-operatorie, seguiti da soggetti sottoposti a ricoveri prolungati o trattati con terapie immunosoppressive. Uno studio di Tomlin del 1999 riporta 11 casi di infezione in cani, 8 dei quali in soggetti sottoposti ad interventi chirurgici e solo 3 in animali affetti da piodermite. Tutti questi animali presentavano un’infezione resistente agli antibiotici beta-lattamici ma sensibile alla vancomicina. Lavori più recenti indicano un aumento dell’incidenza delle infezioni da MRSA: uno studio di Cole sulle otiti del cane, riporta che su 21 animali affetti da otite da S.aureus veniva isolato un MRSA in un terzo dei casi, benché sia possibile una sovrastima dovuta al tipo di metodica utilizzata per la diagnosi eziologica (test di Kirby-Bauer, uno dei metodi utilizzati per la diagnosi di infezione da MRSA). Fonte
Negli animali domestici, le infezioni da MRSA sono in crescita, probabilmente a causa della maggior frequenza di MRSA umani. Il veterinario dovrebbe quindi essere consapevole dei rischi associati alle infezioni da MRSA e conoscere i metodi di sorveglianza, diagnosi e controllo della malattia infettiva al fine di ridurre l’impatto d questi patogeni nei piccoli animali.
Methicillin-Resistant Staphylococcus aureus: An Emerging Pathogen in Small Animals” Weese JS. J Am Anim Hosp Assoc. 2005 May-Jun; 41(3): 150-7
Weese, J. Scott, and Engeline van Duijkeren. “Methicillin-resistant Staphylococcus aureus and Staphylococcus pseudintermedius in veterinary medicine.” Veterinary microbiology 140.3-4 (2010): 418-429.
il metodo Ruffini come ribadisce da sempre il dottore Gilberto Ruffini non vuole sostituirsi al medico nè al professionista della medicina ufficiale. E’ un ausilio ulteriore. Vuole essere una integrazione per un valido supporto laddove ufficialmente non esiste un rimedio efficace. La diagnosi è pur sempre necessaria e indispensabile.
https://www.youtube.com/watch?v=FOAnMZPYCYo
Patologie e i disturbi trattabili con il Metodo Ruffini e gli altri usi dell’ipoclorito di sodio
- Adenovirus
- Afta
- Condiloma
- Corizza acuta
- Faringodinia virale
- Herpes simplex 1
- Herpes simplex 2
- Herpes varicella zoster
- Mollusco contagioso
- Papilloma Virus
- Pitiriasi rosea
- Rhinovirus
- Verruca
- Actinomicosi
- Antrace cutaneo
- Ascessi cutanei
- Balanite
- Balanopostite
- Calazio
- Cancroide
- Carie
- Cellulite di tipo infettivo
- Chlamydia
- Erisipela
- Eritema nodoso
- Eritrasma
- Fascite necrotizzante
- Fistola
- Follicolite
- Follicolite decalvante
- Foruncolosi
- Gengivite
- Granuloma
- Idrosadenite suppurativa
- Impetigine
- Infezione da clostridi
- Infezione Mrsa cutanea
- Intertrigine
- Malattia di Fournier
- Morbo di Hansen
- Osteomielite
- Paronichia
- Perifollicolite
- Piede diabetico infetto
- Piomiosite
- Pitiriasi rosea
- Pseudofollicolite
- Psoriasi
- Sicosi
- Sifilide cutanea
- Sindrome di Ritter-Lyell
- Sinusite cronica
- Treponematosi endemica
- Ulcera di Buruli
- Feoifomicosi
- Ficomicosi
- Forfora
- Intertrigine
- Maduromicosi
- Mucormicosi
- Onicomicosi
- Penicilliosi
- Pitiosi
- Sporotricosi
- Trichosporon cutaneum
- Zigomicosi
LE PATOLOGIE TRATTABILI ELENCO COMPLETO
Come si applica l’ipoclorito di sodio e come si diluisce
Le applicazioni vanno eseguite appoggiando o massaggiando delicatamente il prodotto (mai sfregare) e lasciando agire per alcuni secondi, poi risciacquare sempre con acqua poiché è consigliabile rimuovere il sale che potrebbe provocare lievi irritazioni. NB: Il prodotto applicato non va mai coperto con cerotti o bende.
In base all’area del corpo, all’agente patogeno e al suo grado di resistenza, cambia la concentrazione di ipoclorito da utilizzare, il modo in cui va applicato, cambiano i tempi e il numero delle applicazioni. A questo scopo è nato il manuale Curarsi con la candeggina?, guida pratica che spiega, scheda per scheda, il metodo di applicazione per ogni patologia trattabile.
Qualche esempio:
Percentuali consigliate su Patologie virali Ipoclorito di Sodio al 9%
Percentuali consigliate su Patologie batteriche Ipoclorito di Sodio al 12%
Si consiglia di acquistare un litro o più di ipoclorito ad almeno il 14% e diluire all’occorrenza quanto serve.
Il prodotto se tenuto ben chiuso, al buio e in luogo fresco può durare anche 6 mesi. Dopo la diluizione personalizzata dura 1 mese. Dopodichè decade, ovvero il cloro evapora e non ci sono più gli effetti terapeutici desiderati.
Il prodotto va sempre applicato in modalità o percentuali specifiche consigliare dal dr Gilberto Ruffini.
NON VA MAI INGERITO NELLA MANIERA PIU’ ASSOLUTA
Come si applica e Come si diluisce
Ipoclorito di sodio in veterinaria
L’ipoclorito di sodio si applica nelle stesse modalità rispettando percentuali e tempi di applicazione come da Metodo Ruffini
- Ferite
- Bruciature
- Lesioni cutanee
- Ulcere
- Micosi
- Tigna
- Eczemi
- Dermatite atopica (lesioni) curare la causa sottostante S.immunitario/allergia/intolleranza TESTIMONIANZA
- Piodermite
- Leishmaniosi lesioni cutanee
- Ascessi cutanei
- Papillomavirus canino Testimonianza
- Verruche
- Infezioni della cute con o senza prurito
- Rogna Rossa
- Vasculite
- Gengivite
- Alopecia nel cane e nel gatto
- Dermatofitosi
- Balanite nel cane
- Follicolite batterica
- Candidosi
- Acne felina
- Acne nel cane
- Malassezia
- Punture e morsi di insetti e di altri animali
- Ustioni
- Prurito non allergico
- Tagli chirurgici
- Botriomicosi
- Meloidosi
- Tinee
- Candidiasi mucocutanee
- Sovracrescita batterica cutanea
- Nocardiosi
Testimonianze con foto Veterinaria
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