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Gatto anziano e caldo 14 patologie che peggiorano in Estate

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Gatto anziano e caldo

Gatto anziano e caldo, molti proprietari di gatti sanno che i felini domestici annoverano tra i loro antenati il gatto selvatico africano: un animale abituato a vivere sopportando la calura del deserto e la penuria d’acqua. I suoi discendenti hanno conservato alcune delle sue caratteristiche, come la tendenza a bere poco e a preferire il caldo al freddo. Tuttavia un micio di casa vive molto più a lungo di uno selvatico e con l’avanzare dell’età, il caldo può diventare un nemico pericoloso, se non addirittura fatale, aggravando alcune patologie, se presenti, o provocandone di nuove.

Gatto anziano e caldo

Come nelle persone, nel gatto anziano diminuiscono sia la capacità di termoregolazione, sia lo stimolo della sete (che nel gatto è già di per sé scarso), la pressione tende ad essere più elevata e cuore e reni si affaticano più facilmente: il caldo è quindi molto più debilitante di quanto lo sarebbe per un animale giovane; inoltre, il sistema immunitario si indebolisce e ciò comporta una minore resistenza alle infezioni e una maggiore possibilità di gravi reazioni avverse in caso di parassitosi interne o esterne, che con il caldo sono più facili da contrarre, nonché un peggioramento di eventuali patologie croniche, come quelle respiratorie (asma, rinite).

Tuttavia l’animale conserva la capacità tipica della specie di mascherare il dolore, caratteristica che se in natura serve a proteggersi dai predatori, per un micio domestico può rivelarsi un problema, perché i sintomi iniziali di molte patologie possono sfuggire al proprietario: sul gatto anziano, in cui tutto l’organismo è più fragile, la tempestività dell’intervento può fare la differenza tra la vita e la morte, anche per malattie che in un esemplare giovane sarebbero facilmente curabili.

Ma l’arma fondamentale è la prevenzione: anche la maggior parte dei farmaci infatti, ha effetti collaterali più pesanti su un animale anziano, specie in presenza di patologie degli organi emuntori, in particolare dei reni e del fegato. Per questo occorre un monitoraggio che sia il più possibile attento e costante, soprattutto in periodi a rischio, come durante le ondate di calore. 

Gatto anziano e caldo le principali patologie che possono insorgere o peggiorare in estate

Gatto anziano e caldo Asma

L’asma è una patologia da non sottovalutare, soprattutto nel gatto anziano: con le adeguate cure naturali, l’animale può conviverci per molti anni, ma bisogna tenere presente che gli episodi di broncospasmo, con l’avanzare dell’età affaticano maggiormente il cuore, quindi bisogna adottare  ogni precauzione per evitarli.

L’asma felina può essere di origine allergica, o più frequentemente la conseguenza del cronicizzarsi di un’infezione respiratoria mal curata (bronchite asmatica); la prima tende a peggiorare nella bella stagione, mentre la seconda risente sia del caldo, che del freddo eccessivi.

Spesso un peggioramento della bronchite cronica si accompagna ad episodi allergici. In estate, è bene evitare di far uscire l’animale all’aperto nelle ore più calde della giornata, anche se rimane all’ombra, ma attenzione anche all’aria condizionata, che non deve essere troppo forte.

Gli sbalzi di temperatura infatti, sono più ancora più pericolosi del caldo e del freddo in sé stessi: questo vale per qualunque animale, specie nel gatto anziano, ma in uno asmatico, può scatenare un attacco di tosse.

Le stanze dove soggiorna il micio vanno climatizzate in maniera moderata. Mai far sostare l’animale sotto il flusso diretto dell’aria fredda, nemmeno se ci si mette lui spontaneamente (molti gatti asmatici tendono a ricercare l’aria fredda che procura loro un apparente sollievo, ma successivamente peggiora il broncospasmo). In caso di bronchite asmatica è bene evitare di esporre il gatto a correnti d’aria di notte, anche nella stagione calda.

Gatto anziano e caldo
credit: catsuthecat.com

In entrambe le patologie e in tutte le stagioni, bisogna inoltre evitare, all’animale stress emotivi o fisici, che possano causare crisi e l’inalazione di ingredienti potenzialmente allergizzanti, come i detergenti per la casa troppo profumati, quelli che emettono esalazioni (ammoniaca, candeggina, alcool denaturato), e i deodoranti chimici per ambienti.

Sconsigliabile anche l’uso di ammorbidenti e profumatori per bucato per le cucce e coperte del micio, ma anche per la biancheria di casa, se l’animale staziona sul letto o sul divano.

Cautela anche nell’uso dei repellenti per insetti, inclusi quelli a base di oli essenziali, alcuni dei quali possono causare problemi al gatto asmatico, anche se si tratta di prodotti naturali.

L’animale va inoltre tassativamente tenuto lontano dalle esalazioni di fumo (di sigaretta o di cucina): può bastarne una minima quantità per scatenare violente crisi respiratorie, anche se l’inalazione avviene all’aperto; se ad esempio si fa una grigliata in giardino, è prudente chiudere il micio in una stanza ben isolata dal fumo.

Gatto anziano Cardiopatie

In un gatto correttamente alimentato (indispensabile è l’apporto costante di taurina), i problemi cardiaci sono abbastanza rari, a meno che non ci siano patologie congenite o ereditarie (presenti in alcune razze come Maine Coon, Norvegese e Persiano), o tumori.

Tuttavia anche un cuore sano si indebolisce con gli anni e può essere ulteriormente affaticato dalla presenza di altre patologie croniche, soprattutto quelle respiratorie, nonché da ipertensione, sovrappeso e ipercolesterolemia (tre problemi spesso collegati tra loro); l’età aumenta inoltre il rischio di ischemie e ictus.

Un valido aiuto a supportare la funzione cardiaca può venire dagli integratori, come CoenzimaQ10 e Omega 3.

Vale inoltre la regola aurea di evitare temperature estreme, sbalzi di temperatura e forti stress; soprattutto nella stagione calda è consigliabile monitorare la pressione sanguigna (può farlo il veterinario, ma in commercio esistono anche misuratori per animali, di facile uso domestico, che permettono un controllo più frequente e meno stressante per l’animale) e somministrare eventualmente una cura ipotensiva.

Gatto anziano Cistite

La cistite è un’infiammazione dell’uretra e della vescica, dovuta generalmente a presenza di calcoli. Colpisce prevalentemente esemplari sopra i 6-7 anni; i gatti sovrappeso, diabetici, quelli affetti da insufficienza renale e i maschi che sono stati sterilizzati prima dei sei mesi d’età, sono più predisposti a svilupparla.

Causa minzione ridotta e dolorosa, accompagnata da perdite di sangue e può provocare gravi infezioni a vescica e reni e blocchi urinari potenzialmente fatali.

Il caldo può scatenarla o peggiorarla, specie nei soggetti che tendono a bere molto poco o ad assumere molto cibo secco. L’alimentazione industriale, soprattutto se basata sui croccantini, non garantisce all’animale un adeguato apporto di liquidi, mentre rilascia nelle urine una notevole quantità di ossalati e acidi urici: il gatto è costantemente intossicato (e lo è sempre di più con l’avanzare dell’età) e non adeguatamente idratato.

Con il caldo, la sotto-idratazione e il sovraccarico di scorie possono portare ad una diminuzione del volume delle urine e ad un conseguente aumento della loro concentrazione, facilitando la formazione dei calcoli. Il caldo può inoltre velocizzare la proliferazione batterica causata dal ristagno delle urine nella vescica. Esiste tuttavia una vasta scelta di integratori naturali che somministrati con costanza e abbinati ad un’alimentazione adeguata, possono prevenire efficacemente la patologia.

Gatto anziano Colpo di calore/Colpo di sole

Il colpo di sole e il colpo di calore possono ovviamente colpire anche animali giovani, ma i gatti anziani sono più a rischio, soprattutto se soffrono di pressione alta o patologie cardiovascolari. Si tratta di una condizione estremamente pericolosa che, se non si interviene immediatamente e correttamente, può portare l’animale alla morte per arresto cardiaco. Soprattutto nel soggetto anziano deve essere prevenuta con ogni precauzione perché l’esito sarebbe quasi sicuramente fatale.

L’ipertermia si verifica quando la temperatura del gatto sale oltre i 40°. L’animale appare febbricitante e spossato, con un visibile aumento della frequenza respiratoria e mucose pallide; nei casi più gravi compaiono dispnea e “fame d’aria” (il gatto respira affannosamente e a bocca aperta), tachicardia, pupille dilatate, a volte anche vomito e scialorrea (l’animale sbava).

Il primo soccorso è avvolgere il gatto in un asciugamano umido per abbassare la temperatura e portarlo in un ambiente fresco e ben ventilato: evitare però assolutamente rimedi estremi come acqua gelata o ghiaccio, che potrebbero provocare un pericoloso shock termico. Offrire acqua fresca all’animale, ma non forzarlo a bere. Non somministrargli cibo finché mostra segni di malessere. Accarezzarlo e parlargli con calma per tranquillizzarlo. Se entro alcuni minuti la dispnea non diminuisce, se la lingua diventa scura (sintomo di carenza di ossigeno nel sangue), o se l’animale non appare vigile (non risponde agli stimoli, per esempio la voce o il tocco), è necessario l’immediato intervento di un veterinario, per la somministrazione di fleboclisi e ossigenoterapia e l’eventuale ospedalizzazione. In ogni caso è bene tenere d’occhio l’animale anche nei giorni successivi al malore.

La prevenzione è fondamentale quanto semplice e sta nel buon senso del proprietario: i gatti notoriamente amano dormire al sole, soprattutto quelli anziani, che dormono molte più ore dei giovani e tendono ad avere un sonno più pesante, dunque corrono il rischio di “surriscaldarsi” senza svegliarsi. Preso con moderazione, il sole è benefico e allevia i dolori reumatici, comuni nei gatti dopo una certa età, specie se di taglia grande o sovrappeso, ma deve essere cura del proprietario non lasciare incustodito il micio. Una buona regola è comportarsi come si farebbe con un bambino piccolo, limitando l’esposizione alle prime ore del mattino e al tardo pomeriggio (indicativamente, non oltre le 10 e non prima delle 18).

Se l’animale ha più di 12 anni, o soffre di patologie cardiovascolari o asma, è preferibile evitare completamente l’esposizione durante le ondate di caldo. Attenzione anche al “sole di vetro”: i gatti spesso si addormentano anche dietro le finestre e il vetro amplifica il calore. Se si viaggia con l’animale, bisogna aver cura di riparare sempre il trasportino dal sole, anche se l’auto è climatizzata, o i finestrini sono aperti. MAI per nessun motivo, neppure per pochi minuti, lasciare l’animale in macchina nella stagione calda, neppure all’ombra, perché l’abitacolo si surriscalda molto rapidamente, amplificando il calore dell’ambiente esterno. Occorre inoltre lasciargli sempre a disposizione abbondante acqua fresca e pulita (va cambiata ogni giorno), preferibilmente oligominerale e in un contenitore di vetro.

Gatto anziano Dermatiti

La pelle del gatto è molto delicata e come nell’uomo, tende ad assottigliarsi con l’invecchiamento: con l’indebolimento del sistema immunitario inoltre, anche le difese della pelle diminuiscono, facilitando l’insorgere di dermatiti. Questa patologia può avere diverse cause: stress, parassiti (pulci, o più raramente acari), allergeni alimentari o ambientali (muffa, polline, piante, sostanze chimiche). Alcuni gatti sono più predisposti di altri, con l’avanzare dell’età (la dermatite da allergia alimentare ad esempio, può esordire all’improvviso nell’animale anziano anche se ha seguito senza problemi la stessa dieta per anni). Il caldo, la muta stagionale e il fatto che con l’età il gatto tende a perdere più pelo, amplificano il prurito e il disagio dell’animale; inoltre in un gatto anziano, le unghie non sono più perfettamente retrattili e grattandosi ripetutamente l’animale può infliggersi lesioni, anche in parti delicate (ad esempio l’interno delle orecchie), che lo espongono al rischio di pericolose infezioni. Oltre ai rimedi topici e agli integratori, è consigliabile spazzolare frequentemente il gatto, ed impedirgli il più possibile di mordicchiarsi e grattarsi. L’applicazione locale di gel di aloe, ha effetto lenitivo e rinfrescante.

Gatto anziano Disidratazione

Questa condizione può verificarsi molto facilmente nei gatti anziani, specie in estate e in presenza di patologie come diabete, IBD, e soprattutto insufficienza renale cronica; in quest’ultimo caso è un sintomo tipico degli stadi avanzati della malattia, ma in periodi di forte caldo può comparire anche negli stadi iniziali.

La disidratazione si manifesta con pelo arido e arruffato (con aspetto “a mazzetti”), occhi infossati, mucose asciutte, soprattutto le gengive e il naso (che appare secco e nei casi gravi, ruvido al tatto), perdita di elasticità cutanea (pizzicando leggermente la collottola, si potrà notare che la pelle non si riabbassa immediatamente). Un buon accorgimento, se si ha un animale anziano che non ha particolari patologie, ma beve poco, è quello di aggiungere liquidi al cibo umido: se il micio non gradisce l’acqua, si possono usare brodo di carne, acqua minerale insaporita con un po’ di liquido del tonno in scatola (con moderazione, perché è salato), o con estratto di carne, latte di capra parzialmente scremato, diluito o da solo (se l’intestino del micio lo tollera); dato che il gatto anziano dorme di più e si muove di meno, è bene posizionare più ciotole d’acqua nelle stanze che frequenta e una sempre vicina alla cuccia.

E’ fondamentale tenere presente che un gatto IRC o diabetico beve invece moltissimo, ma questo non significa necessariamente che riesca ad idratarsi a sufficienza, soprattutto se fa molto caldo.

Occorre dunque monitorare frequentemente se compaiono segni di disidratazione, nel qual caso, oltre ad un ulteriore apporto di liquidi nel cibo, è possibile somministrare siringhe d’acqua (a molti gatti tuttavia, basta offrire la ciotola per invogliarli a bere più spesso). Nei casi gravi è necessario ricorrere alle fleboclisi sottocutanee. E’ consigliabile con il caldo, sospendere totalmente la somministrazione di croccantini (anche di tipo Renal). La disidratazione si contrasta anche proteggendo l’animale il più possibile dal caldo eccessivo. Se il gatto non ha particolari problemi reumatici, nelle ore più calde lo si può rinfrescare passandogli sul corpo una pezzuola umida.

Gatto anziano Infiammazione intestinale cronica (IBD)

Il caldo può acuire la patologia, da un lato perché deteriora più velocemente il cibo umido, con il rischio di una violenta reazione dell’intestino già infiammato; dall’altro perché aumenta la disidratazione già causata dalla diarrea cronica, che sottrae acqua all’organismo, affaticando i reni e il cuore, cosa che in un animale anziano può avere gravi conseguenze.

E’ bene frazionare i pasti se possibile, riducendo le porzioni e non lasciare il cibo nella ciotola per troppe ore. Occorre inoltre aumentare l’ingestione di liquidi, con somministrazione durante la giornata di siringhe d’acqua oligominerale, preferibilmente lontano dai pasti.

Gatto anziano Otite batterica

Patologia che non va assolutamente sottovalutata, poiché, se non curata adeguatamente e con la massima tempestività, può avere esiti devastanti su un animale anziano, che vanno dalla rottura del timpano, ad infezioni fatali che possono coinvolgere anche le meningi e il cervello.

Colpisce prevalentemente soggetti immunodepressi, come gatti diabetici, gatti affetti da insufficienza renale, o positivi alla Fiv e il rischio aumenta esponenzialmente in condizioni di clima caldo-umido. Nei periodi caldi è molto importante ispezionare quotidianamente le orecchie del gatto: se si notano un anomalo aumento di cerume, (soprattutto se interessa un orecchio solo), o un cattivo odore, anche se l’animale non sembra manifestare dolore o fastidio, è necessaria una visita veterinaria, che includa un accurato esame otoscopico e l’esecuzione di un antibiogramma dell’essudato, al fine di identificare la patologia e, se si tratta di otite batterica, il ceppo che sta causando l’infezione. Se il gatto è debilitato, la visita e la raccolta del campione possono essere effettuate anche a domicilio.

E’ importante esigere l’antibiogramma anche senza il suggerimento del medico, soprattutto su un animale anziano e in presenza di patologie renali: molti veterinari si limitano alla prescrizione di un antibiotico generico, mentre è fondamentale che l’attacco all’infezione sia il più possibile mirato e tempestivo, in modo da minimizzare il carico sui reni ed ottenere la migliore risposta possibile da un sistema immunitario compromesso.

Fondamentale è affiancare la terapia antibiotica con una fitoterapia che supporti l’organismo e migliori la reazione immunitaria. Evitare inoltre che il gatto anziano si gratti l’interno delle orecchie, perché le unghie non più perfettamente retrattili (e cariche di batteri), possono causare lesioni, con grave rischio di infezione.

Gatto anziano Parassitosi esterne

I principali parassiti esterni del gatto sono pulci, zecche, acari dell’orecchio, acari della rogna (o scabbia felina) e tigna. Contagiano prevalentemente i gatti che hanno accesso a spazi esterni, ma le larve di pulce possono introdursi in casa anche sotto le suole delle scarpe.

Si diffondono con estrema facilità da gatto a gatto e possono provocare dolorose dermatiti, otiti, infezioni da grattamento e problemi del sistema immunitario, specie in un animale anziano. Non è tuttavia sempre necessario intossicare l’animale con antiparassitari chimici, specie se è anziano (con reni e fegato che farebbero più fatica e impiegherebbero più tempo a smaltirli): si può effettuare un’efficace prevenzione con rimedi naturali e una scrupolosa igiene del pavimento e delle cucce. La pulizia a vapore ad esempio è un metodo più efficace sicuro (ed ecologico), rispetto ai detergenti e antiparassitari chimici che potrebbero essere ingeriti l’animale (chi ha gatti in casa dovrebbe tenere SEMPRE presente che l’animale si pulisce leccandosi anche sotto le zampe e tra le dita, quindi tracce di detergenti chimici usati per il pavimento possono finirgli nello stomaco).

Gatto anziano Parassitosi interne

I parassiti interni (nematodi, coccidi, tenia e filaria sono i più comuni) vengono veicolati nella maggior parte dei casi attraverso le feci di gatti e altri animali: i gatti più esposti sono quelli che hanno accesso all’esterno e possono quindi entrare in contatto con deiezioni infette, (le parassitosi sono infatti comuni nei randagi). Si tratta di un problema curabile, ma che può essere molto pericoloso per cuccioli, animali anziani o debilitati. Il caldo ne facilita la proliferazione e prolunga la sopravvivenza delle larve. Sarebbe buona norma non lasciare un gatto di proprietà libero di andare in giro, dato che un’infestazione da parassiti è il minore dei mali rispetto ai pericoli mortali a cui lo si espone.

Detto questo, alcuni parassiti come i coccidi sono spesso veicolati dai piccioni, quindi anche un gatto che calpestasse feci infette uscendo in giardino o sul balcone di casa, potrebbe infettarsi leccandosi le zampe, ma una scrupolosa igiene è sufficiente a prevenire il problema. Altra efficace prevenzione, se si ha già un gatto in casa e si compie il bel gesto di salvare un randagino, è sverminare con gli appositi farmaci il nuovo arrivato, fargli fare un esame delle feci e fargli osservare un periodo di 15-20 giorni di quarantena in una stanza separata.

Gatto anziano Rinotracheite e Rinite allergica

La rinotracheite nel gatto si manifesta con scolo nasale e oculare, starnuti, congiuntivite, nei casi  più gravi febbre e ulcere corneali; è originata da virus che colonizzano le vie aeree superiori.

Si tratta purtroppo di infezioni molto resistenti anche agli antibiotici, che possono avere fasi di remissione anche di alcuni anni e ripresentarsi in maniera aggressiva in età avanzata, quando le difese dell’organismo si abbassano; spesso in questa fase si estendono ai bronchi. Trattandosi di virus altamente contagiosi, si possono contrarre tutto l’anno, anche se sono più frequenti nella stagione fredda; sono comuni tra i gatti adottati da randagi, anche se cuccioli (la madre può trasmetterla ai gattini già nell’utero).

Tuttavia, come nel caso dell’asma, con le cure adeguate (ottimi i fitoterapici immunostimolanti), una sana alimentazione e una scrupolosa protezione da freddo, sbalzi di temperatura e stress, il gatto può tranquillamente convivere fino a tarda età con la patologia. Anche nella stagione calda non bisogna abbassare la guardia e valgono le stesse regole da usare nel gatto asmatico: evitare gli sbalzi di temperatura sempre, le correnti d’aria durante la notte e la permanenza dell’animale troppo vicino all’aria condizionata.

Occorre anche tenere presente che l’aria secca degli ambienti climatizzati, irrita ulteriormente le mucose già provate dalla malattia, ma si può offrire sollievo al micio tenendo le narici il più possibile pulite e umidificate: l’ideale sarebbe effettuare frequentemente la pulizia vera e propria, con un aspiratore nasale per neonati, praticabile però solo se si ha la manualità necessaria e un animale abbastanza docile.

Altrimenti si possono umidificare le narici con uno spray nasale a base di argento colloidale, o dell’Acqua di Sirmione. Evitare assolutamente gli spray medicinali ad uso umano ed è preferibile non utilizzare quelli isotonici a base di acqua di mare (contengono sale e spruzzandolo nel naso in verticale spesso l’animale lo ingerisce), specie in caso di insufficienza renale.

Non tralasciare l’igiene frequente degli occhi, con acqua o meglio ancora camomilla tiepida o decotto di fiordaliso.

Più rara è la rinite allergica, che si manifesta con starnuti, lacrimazione, arrossamento e prurito del naso (che il gatto è portato a grattare insistentemente, a volte fino a graffiarsi): è provocata in genere da fattori ambientali (polline, sostanze chimiche), ed è facilmente risolvibile individuando le sostanze scatenanti ed evitando di esporre ad esse l’animale.

Gatto anziano Tumori della pelle

I più frequenti tumori cutanei nel gatto sono il carcinoma squamocellulare e il melanoma. Si manifestano prevalentemente dopo i 7 anni d’età. Per entrambi, la prolungata esposizione al sole costituisce un importante fattore di rischio, che non riguarda solo i gatti che passano molto tempo all’esterno, ma anche quelli che hanno l’abitudine di dormire al sole dietro i vetri delle finestre (le radiazioni dannose passano infatti anche attraverso il vetro).

Carcinoma squamocellulare: Si tratta di una forma maligna di tumore cutaneo esterno. Colpisce inizialmente le zone della testa dove il pelo è più rado, come orecchie, naso e tempie, soprattutto se la colorazione è bianca o molto chiara. Nei maschi interi può colpire anche lo scroto. Inizialmente si presenta con piccole lesioni crostose di colore scuro, che possono sanguinare se il gatto si gratta, e possono sembrare ferite, ma a differenza di queste non guariscono e tendono anzi ad espandersi: come tutte le neoplasie feline, il carcinoma squamocellulare è molto aggressivo e “mangia” rapidamente i tessuti, provocando ulcere che possono infettarsi. Raramente origina metastasi, ma se lo fa è molto pericoloso perché attacca principalmente i polmoni.

Melanoma: Come nell’uomo il melanoma è una degenerazione neoplastica maligna dei melanociti, ma nel gatto può svilupparsi, oltre che nei punti esposti al sole già citati per il carcinoma, anche all’interno della bocca, o degli occhi. Si manifesta con escrescenze lisce o ruvide, di colore scuro, che possono essere accompagnate dal ulcerazioni ed emorragie. Può metastatizzare rapidamente negli organi interni e la sola terapia è quella chirurgica.

I tumori cutanei si prevengono ricordandosi che la protezione solare più sicura è anche quella più economica: l’OMBRA! Il gatto a differenza dell’uomo non si “abbronza”: la sua pelle NON ha la capacità di difendersi secernendo melanina, in aggiunta a quella già presente dalla nascita, quindi nelle aree in cui manca la protezione del pelo, la pelle va soggetta ad eritemi, specie nelle colorazioni chiare (che significano minore quantità di melanina).

La colorazione della pelle del gatto (e dunque la quantità di melanina) corrisponde al colore del manto soprastante, dunque un gatto che ha muso e orecchie di colore bianco, cipria o rosso, avrà una pelle più vulnerabile; le aree a rischio della testa con colorazione bianca, sono estremamente sensibili e non vanno trascurate anche se sono molto piccole, poiché una volta che il tumore si sviluppa, non rimane confinato alle parti chiare, ma si estende, corrodendo letteralmente il tessuto circostante.

In soggetti a rischio, soprattutto con l’avanzare dell’età l’esposizione al sole deve essere ridotta al minimo, evitando le ore più calde (tra le 10 e le 18), mentre nei mesi più caldi è opportuno evitarla del tutto. Alcuni veterinari suggeriscono di ricorrere alle creme solari, ma si tratta di protezioni relative, che possono essere controproducenti, dando una falsa sicurezza al proprietario (non è detto che un prodotto studiato per l’uomo protegga altrettanto bene anche il gatto): soprattutto nell’area del naso inoltre, è praticamente impossibile che l’animale, infastidito dalla crema, non si lecchi o strofini con le zampe cercando di pulirsi, rischiando quindi di ingerire il prodotto o farlo finire negli occhi. Per le orecchie (la parte più delicata in assoluto), si può invece applicare un filtro fisico per bambini, o anche della semplice pasta all’ossido di zinco, avendo cura di creare uno strato spesso e di ripulirlo accuratamente, quando non serve più. E’ consigliabile associare alla fotoprotezione anche una terapia preventiva con integratori antitumorali come ascorbato di potassio, curcuma e micoterapici.

Articolo scritto da: Katia Chiusino

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